Spesso i nostri clienti ci chiedono se le nostre paperelle di plastica sono come quelle naufragate nell’oceano quasi 20 anni fa.
Sì la risposta è sì! Sono le stesse solo più fortunate perché riescono a raggiungere la destinazione.
Con piacere raccontiamo questa storia, svelando dettagli sconosciuti che spiegano come un incidente ambientale si è trasformato in un’opportunità di studio.
L’incidente delle paperelle perse in mare
Iniziamo dal principio, nel 1992 una nave cargo partì da Hong Kong diretta a Tacoma, negli Stati Uniti. Durante il viaggio la nave s’imbatté in una violenta burrasca e perse un container in cui erano stipati ben 28.000 Friendly Floatees, giocattoli galleggianti. Non solo papere di gomma ma anche castori rossi, rane verdi, tartarughe blu.
Dopo l’incidente, i giocattoli si divisero in tre gruppi: il primo andò alla deriva verso l’Alaska, il secondo verso l’Oceania, mentre il terzo, dopo aver condiviso parte del viaggio col secondo gruppo, si sarebbe diretto verso il Cile. Il primo gruppo, dieci mesi dopo l’incidente, raggiunse le coste di Sitka, in Alaska, dove furono trovati il 16 novembre 1992 da Dean e Tyler Orbison. Si trattava di 111 giocattoli che avevano percorso circa 3200 km dal punto di partenza.
Lo studio delle correnti grazie al viaggio tra gli oceani delle papere
L’inaspettato viaggio delle Friendly Floatees tra le onde degli oceani incuriosì due oceanografi, Curtis Ebbesmeyer e James Ingraham, che iniziarono ad interessarsi all’incidente per studiare le correnti marine.
I movimenti delle Floatees furono registrati dal computer OSCUR (Ocean Surface Currents Simulation, Simulazione delle correnti della superficie oceanica). In questo modo fu possibile calcolare con precisione la velocità e la direzione del vento attraverso gli oceani, e di conseguenza anche le correnti oceaniche.
Il viaggio delle papere di gomma e degli altri animaletti flottanti ebbe fine soltanto nel 2007 quando raggiunsero, in maggioranza, le coste della Gran Bretagna, come previsto dagli studiosi.
Questa storia ha ispirato scrittori, pubblicitari, sceneggiatori e anche Disney che ha pubblicato una storia sulle paperelle di plastica naufraghe su Topolino: Qui Quo Qua e la corsa delle diecimila.
Per noi i venditori di papere professionisti è motivo d’orgoglio il fatto che le paperelle di plastica coinvolte nel naufragio erano solo 7200 rispetto ai 28.000 animaletti galleggianti totali, ma tutti ricordano solo loro e questo dimostra che le papere di gomma conquisteranno il mondo! 😉